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Mia Le Journal - The party

Some shots from the celebration event of the tenth issue "Nomade Issue" of the Mia Le Journal artbook, to which I collaborated with the creation of the story "The Nomad Society" and the copywriting of the “Colorado Blues” photoshooting. In an era characterized by a continuous migration of people and ideas, Mia Le Journal narrates nomadism today, through a multi-expressive aesthetic, which gives life to a multifaceted container of dreams, ideas and moods. Four different covers with present characters who, in their creative sphere,represent nomadism in an intimate and personal key. Among them Lou Doillon, daughter of Jane Birkin, musician and muse for large fashion houses, portrayed by Danlio Falà with Federica Trotta Mureau's Art and Fashion Direction. Event in collaboration with "Elisa Sednaoui Foundation", an international organization that carries out educational projects against bullying and violence, for cultural aggregation and talent development.

Elisa

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Mia Le Journal - The party Qualche scatto dall’evento di celebrazione del decimo numero “Nomade Issue” dell’artbook Mia Le Journal, cui ho collaborato con la creazione della storia “The Nomad Society” e del copywriting del servizio “Colorado Blues”. In un’epoca caratterizzata da una continua migrazione di persone e idee, Mia Le Journal racconta il nomadismo al giorno d’oggi, attraverso un’estetica multi-espressiva, che da vita ad un contenitore poliedrico di sogni, idee e stati d’animo. Quattro cover diverse con presenti personaggi che, nella loro sfera creativa, rappresentano il nomadismo in una chiave intima e personale. Tra loro Lou Doillon, figlia di Jane Birkin, musicista e musa per grandi case di moda, ritratta da Danlio Falà con l’Art and Fashion Direction di Federica Trotta Mureau. Evento in collaborazione con “Elisa Sednaoui Foundation”, organizzazione internazionale che realizza progetti educativi contro bullismo e violenza, per l’aggregazione culturale e lo sviluppo dei talenti.

Elisa


tags: Storytelling, copywriting, fashion, party, mia le journal
categories: Storytelling
Friday 05.29.20
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Marie Louise Sciò – The Hotel Couture Personal Storytelling – Episode#3

photo Francesco Vitali

photo Francesco Vitali

Marie Louise Sciò, creative director at Pellicano Group, is one of those women you can fall in love with at first sight. At least, for me it has been enough to see her in the first sequence of a Semaine video, where she shakes an espresso with a multicolor turban on her head and an half-embarassed half-amused expression on her face.

And then, indeed, the Pellicano … what a wonderful hotspot is this hotel on a reef on the Tyrrhenian blue! My dream would have been to interview her over there, where she grew up. Instead, she invited us to her Roman flat. Comfy and chic, ça va sans dire. And from there this short story, entitled “Open Challenge”, starts. 

Marie Louise Sciò, direttrice creativa del Pellicano Group, è una di quelle di cui ti puoi innamorare a prima vista. Almeno, per me. Mi è bastato vederla nella prima scena di un video di Semaine, col turbante multicolor in testa, shakerare un espresso al pool bar del Pellicano con un’espressione fra il divertito e l’imbarazzato. E poi, appunto, Il Pellicano… ma vogliamo parlare di cos’è quell’angolo di scogliera sul blu tirreno? Il mio sogno sarebbe stato intervistarla proprio lì, dove è cresciuta. E invece ci ha invitato nel suo appartamento romano. Comodo e chic, ça va sans dire. E da lì parte questo racconto, intitolato “Sfida Aperta” (Open Challenge).

tags: marie louise scio, il pellicano, Personal Storytelling, The Hotel Couture, Storytelling, Elisa Barbieri, 00:am
categories: Personal Storytelling
Tuesday 02.27.18
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Buthan: the promise to remain carbon neutral forever - Personal Storytelling Miniseries - Episode #8

This is one of the most successful contemporary stories: as romantic as an Andersens’ fairy tale, as cruel as a Perrault’s one (where Bluebeard is ourselves and our global warming), and, on top of that, real.

While telling it, I feel a bit like the Grimms brothers, who collected legends and popular myths from people who had been travelling all over Germany or had owned a lodging, where they had heard all sorts of stories from patrons. 

So, I re-tell this story to my big little audience, extrapolating a part of Buthan’s Prime Minister Mr Tshering Tobgay’s TED speech. Here’s the true story of the brave, strong-willed small hymalaian country – defined at the last international climate change summit as a “climate hero” -, the country who promised to stay carbon neutral forever.

Questa è una delle storie contemporanee più riuscite: romantica come una fiaba di Andersen, crudele come una di Perrault (dove il Barbablu siamo noi umani e il nostro global warming), e, per di più, vera. 

A raccontarla, mi sento un po’ come i fratelli Grimm, che raccoglievano leggende e miti popolari da persone che avevano viaggiato per tutta la Germania, oppure avevano posseduto una locanda e ne avevano sentite da tutti i colori dagli avventori. 

Così, ripropongo questa storia al mio piccolo grande pubblico, estrapolando una parte del discorso TED di Tshering Tobgay, Primo Ministro del Buthan. E’ la storia vera, determinata e coraggiosa del piccolo paese himalaiano - definito all’ultimo summit mondiale sull’ambiente “eroe del clima” - il paese che ha promesso al mondo di rimanere a emissioni zero per sempre.

tags: Buthan, TED, Tshering Tobgay, Carbon neutral, Climeate change, global warming, Storytelling, Personal Storytelling, Elisa Barbieri, 00:am, giulietta kelly
categories: Storytelling
Tuesday 01.16.18
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IF YOU WANT THE MOON, BE PREPARED TO FAIL _ Personal Storytelling Miniseries Episode #5

Rice University, 1962. Before a crowd of 35000 people, President John F Kennedy boldly lays out his challenge to put a man on the Moon. In a speech, that is a master in the art of rethoric, he inflames the audience by appealing to the burning nucleus of mankind. What is, that makes the difference between humans and animals? In this episode, I’ll be talking of the virtues of mistakes, and even failures, and their importance, in order to reach challenging goals. 

Università di Rice, 1962. Di fronte a un pubblico di 35000 persone il Presidente americano John F Kennedy afferma coraggiosamente di voler portare un uomo sulla luna. Nel suo discorso, esempio di retorica magistrale, infiamma gli animi, facendo leva su ciò che rappresenta il nucleo ardente dell’umanità. Dove risiede la differenza tra uomini e animali? In questo episodio, parlerò delle virtù degli errori e persino dei fallimenti, e della loro importanza nel raggiungimento di obiettivi temerari. 

tags: Storytelling, Personal Storytelling, JFK, John Kennedy, Moon, Failure, Success
categories: Personal Storytelling
Tuesday 12.19.17
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L'invenzione di un luogo - e del suo vino

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"Il circolo delle gomme lisce" si era autobattezzato il gruppo di attori e personaggi del cinema, tra cui Marcello Mastroianni, che - mescolati agli abitanti del paese - passavano pigramente i giorni d'estate seduti sulla Piazza di Castiglioncello ad osservare la gente. Gomme lisce perché inutili, da buttare, cosi come il tempo ozioso. Tempo in realtà produttivo per l'artista, che segretamente si nutre nell'osservazione, incamerando frammenti di mondo che a tempo opportuno germineranno. Il tempo vuoto, randagio e festaiolo raccontato da Dino Risi nel suo Il Sorpasso – riuscitissimo affresco cinematografico dell'Italia del  miracolo economicoanni ’60 - girato proprio a Castiglioncello con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant.

A raccontare con brevi flash l'atmosfera unica di Castiglioncello, sito su un incantevole tratto di costa Toscana a sud di Livorno, è stato lo storico Cosimo Ceccuti in occasione della presentazione del volume "Saluti da Castiglioncello" pubblicato dall’editore cult Corraini, avvenuta l’11 novembre scorso nella sala del Gonfalone del Palazzo della Regione Toscana, nel cuore di Firenze.

Sarà per via del mare per lo più impervio, di scoglio, sarà perché di grandi strutture non ce ne sono, Castiglioncello non è mai stata – volutamente o no – una località nota al grande pubblico, piuttosto una meta turistica per intenditori, un buen retiro per uomini di stato come Craxi e scrittori in cerca di ispirazione, come Pirandello e Montanelli. Castiglioncello, ancora prima, agli albori del ‘900, era stato un luogo di creazione artistica grazie al mecenate Diego Martelli che ospitò nel suo casolare Giovanni Fattori e altri pittori che divennero i Macchiaioli, veri e propri precursori dell’Impressionismo.

La via su cui s’arrampicavano i Macchiaioli saliva su per quello che – con l’incredibile capacità linguistica dei toscani di descrivere vivamente ogni cosa – i locali chiamavano “poggio pelato”. Un colle brullo, giallo, coperto di garega e sterpaglie. Nemmeno un filo d'erba, solo un casone diroccato in mezzo.

Da cui, però, si godeva una vista unica sul mare e sull’arcipelago, con la Gorgona e l’Elba sullo sfondo.

Eppure, nell’estate del 1994, qualcuno aveva saputo guardare quel poggio pelato con l’occhio del cuore e immaginare un sogno: nuova vita alla terra, con colture mediterranee. La resurrezione del casale diroccato.

Il nome di quel qualcuno era Fulvio Martini, toscano d’origine ma emiliano di nascita, e il nome che lui diede al vino e all’olio che quella terra avrebbe prodotto è Fortulla – come il ruscello che scende dal poggio -  a testimonianza della sincerità del suo colpo di fulmine per quel luogo.

Casale del Mare invece il nome del Relais di Campagna e Ristorante condotto dal giovane chef salernitano Marco Parillo, ricavato dalla sapiente ristrutturazione contemporanea dell’Architetto Gianfranco Zanafredi.

L’ironia della sorte ha voluto che proprio alla riqualificazione di quel luogo ad opera di un uomo che si definisce "non di penna ma di zappa" sia stato dedicato un bel volume, con fotografie e cartoline storiche, bei testi, carta raffinata e divertenti effetti grafici, presentato in prima persona da Eugenio Ciani, presidente della Regione Toscana, che per l’occasione ha recitato alcuni versi tratti da I Sepolcri di Foscolo, che paiono essere stati scritti per dipingere a parole la bellezza di Castiglioncello.
“Te beata, gridai, per le felici
aure pregne di vita, e pe' lavacri
che da' suoi gioghi a te versa Apennino!
Lieta dell'aer tuo veste la Luna
di luce limpidissima i tuoi colli
per vendemmia festanti, e le convalli
popolate di case e d'oliveti
mille di fiori al ciel mandano incensi”

 

E’ un grande onore per 00:am essere presenti all’interno del catalogo nelle pagine dedicate alle etichette dei vini Fortulla - vini coraggiosi perché di uve esposte al vento salmastro, vini pioneristici, di vitigni mai visti sulla costa toscana, come il Petit Manseng, usato in purezza nell’ultima creazione enologica Fortulla.

Pelagico come la vista sul mare aperto che si gode dal poggio, Serpentino come le rocce ofiolitiche che caratterizzano la geologia del luogo, Sorpasso come il capolavoro di Risi, Fortulla come la tenuta, Epatta come l’età della luna nella meridiana dipinta sulla facciata del casale: nel battezzare i vini abbiamo cercato nomi che, oltre a suonare bene, raccontassero ciascuno un brano di questa storia d’amore per la terra e i suoi frutti.

Grafica al tratto, trattamento bicromo delle immagini, etichetta unica che svolga sia la funzione informativa sia di storytelling, una palette di colori intensi e vivaci per capsule e il cipresso diventato logo, foglia, taglio di Fontana al centro dell’etichetta, l’eleganza del nero, la tattilità della carta e della vernice Braille.

Tantissime scelte, fatte con la massima cura, per disegnare la delizia di questa biocantina toscana di altissima qualità.

Sarà un caso o no, che a pochi mesi dal lancio, Serpentino e Pelagico con le nuove etichette hanno già vinto prestigiosi premi?

tags: Art Direction, Storytelling, Castiglioncello, Corraini
Tuesday 11.22.16
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Hair Show Storytelling - DAVINES WWHT 2016 LOS ANGELES

Quello dei parrucchieri è un mondo a sé. Difficilmente catalogabili, artistoidi, entusiasti e sempre appassionati di qualcosa, dalla cucina creativa al teatro sperimentale. Vederli tutti insieme in uno di quegli eventi professionali di cui i non addetti ai lavori non sospettano minimamente l’esistenza, fa quasi impressione.

Io, che a molti di questi eventi partecipo dietro le quinte, ho avuto modo di a osservarli per bene: quelli che siedono in platea sono mossi da quella fame di cui parlava Mr Apple e da un'ammirazione stupita, come una matricola di sociologia inaspettatamente a tu per tu con Zygmunt Bauman.

Quelli che si esibiscono riescono a creare on stage magie che vanno ben oltre un taglio, facendo uscire dalle loro mani giochi di prestigio, affreschi di visioni con coordinate spazio temporali disparate e sempre intensamente vivide.

Fra pochi giorni, il 18 e 19 gennaio 2016, arriverà il momento di mettere in scena la 17ma edizione del WWWH, evento che la haircare company Davines organizza ogni anno in una top location del globo. Quest'anno sarà la volta di Los Angeles ed io ci sarò.

Non sono elettrizzata solo perché dopo tanto tempo torno a fare una trasferta cosi lontano, perché per la prima volta i miei bambini faranno l'esperienza di vivere 9 giorni con amici, perché non mi sembrerà vero di fare solo lavoro professionale per una settimana (e zero lavoro domestico!) ma... Perché per la prima volta lo storytelling è entrato nella creazione del WWHT!

Innanzitutto, a differenza di tutte le edizioni precedenti, in cui ogni stilista sceglieva individualmente il tema a cui ispirarsi per mettere in scena la sua collezione di immagini, abbiamo scelto di dare un tema comune.

Non solo. Abbiamo scelto un tema meta narrativo (che ha a che fare in sé e per sé con la narrazione): la creazione del personaggio. Ad ogni stilista è stato chiesto di mettersi nei panni di un regista teatrale o cinematografico, creando dei personaggi che raccontino una storia.

Ho confezionato una “Guida in 10 punti per creare uno show di successo” e mi sono divertita a supportare gli stilisti con una fucina di idee, script e spunti per contestualizzare in una narrazione i loro stimoli visivi.

Cosi - secondo la filosofia del personal storytelling - ad ognuno il suo: il tema del doppio nei supereroi dei fumetti anni ’60, lo stile memoir scritto a lettera 24, l'amore catartico di Romeo e Giulietta di Shakespeare visto con le lenti strobo di Baz Luhrmann, l’estetica della percezione di Peter Hoeg nel suo “Il senso di Smilla per la neve”, fino alla fiaba della natura e del paesaggio “Il giardino delle meraviglie” di Hans Christian Andersen.

Ora ... the show must start! Ed io non vedo l'ora di schiacciare Play All e scoprire che forma avranno preso le storie tra le mani dei parrucchieri.

Elisa Giulietta

tags: Storytelling, Davines, World Wide Hair Tour, WWHT2016, giulietta kelly, Personal Storytelling, Angelo Seminara, 00:am
Tuesday 01.12.16
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