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Lydia and Irene Forte – The Hotel Couture Personal Storytelling – Episode#2 →

photo Francesco Vitali

photo Francesco Vitali

 

What do you think, if I tell you “Forte”? Fast, brilliant, energetic (with lowercase f), an hôtellerie empire (with uppercase F). Yes, you’re right. If the legendary Forte Village in Sardinia is into Russian hands, a dozen of magnificent hotels – among them the Hotel de Russie in Rome and the London Brown’s – still refer to the Forte family. If we know of Carmine, that he left Frosinone at the beginning of the last century, opened first a dairy in London, then a chain of restaurants and hotels, until he became baron Charles Forte, if we know of Rocco, that he’s leading the group bearing his name since 25 eventful years, we know little or nothing of Lydia and Irene Forte, the Rocco’s daughters -  young, strong-willed, creative, soft skills teachers.

This short story, entitled “Sisters are Forte” has been inspired by a woman to woman chat, ranging from Lydia’s recent wedding to Irene’s passion for bio cosmetics. Enjoy!

 

 

A cosa pensate se dico Forte? Veloce, brillante, energico (con la f minuscola), un impero dell’hôtellerie (con la F maiuscola). Già, proprio così. E se il mito del Forte Village in Sardegna è passato in mano russa, una decina di magnifici - tra cui l’Hotel de Russie a Roma e il Brown’s a Londra - rimangono in capo alla famiglia Forte.  Se di Carmine sappiamo che partì agli inizi del secolo scorso da Frosinone, aprì una latteria a Londra e da lì una catena di ristoranti prima e di hotel dopo, fino a diventare il baronetto Charles Forte, se di Rocco sappiamo che è al comando del gruppo che porta il suo nome da oltre 25 movimentati anni, poco o pochissimo si sa di Lydia e Irene Forte, figlie di Rocco – giovani, determinate, creative, maestre di soft skills.

Da chiacchiere tra donne, spaziando del recente matrimonio di Lydia e alle passioni per la cosmesi bio di Irene, è uscito questo racconto dal titolo “Sisters are Forte”. Enjoy!

 

 

tags: RoccoForteHotels, Lydia Forte, Irene Forte, Charles Forte, Carmine Forte, Brown's London, Hotel de Russie, Personal Storytelling, Elisa Barbieri, giulietta kelly, 00:am, The Hotel Couture
Tuesday 02.20.18
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Ori Kafri - The Hotel Couture Personal Storytelling - Episode #1 →

photo Francesco Vitali

photo Francesco Vitali

This time I meet The Hotel Couture's “people behind the scenes” and enter their secret room to catch inspiration for the website’s columne entitled The Conversazioni – phantastic short stories I have written, fascinated by the biographies of personalities with composite identities, divergent vision and irregular trajectories.

Let’s start by Ori Kafri, an avant-garde hotelier, the creative and innovative founder of JK Place. He was born in Florence to two Israeli entrepreneurs who came to Florence from Tel Aviv in 1976. After much travelling and pursuing studies in economics and tourism, in 2003 Ori Kafri opened JK Place Firenze aged just 24. It was followed by JK Place Roma and JK Place Capri, nominated by Tatler in 2008 the world’s best hotels. JK Place hotels are luxury boutique hotels, housed in renovated historical buildings furnished by Florentine architect Michele Bönan, inspired by a distinctly human approach to service, discretion and the utmost personalisation. 

Ori Kafri entertained me for hours in his JK Place Florence, chatting in a gentle and placid way. A peculiar anedocte emerged during the interview – regarding the party in Rappaport’s villa in Los Angeles transformed into JK Malibu – has been the glimmer for this short story, entitled “The unexpected visit”. 

Questa volta sconfino dietro le quinte di The Hotel Couture, per andare a togliere il velo del mistero sui proprietari, personalità intriganti che ispirano la rubrica del sito THC intitolata The Conversazioni. Sono racconti fantastici che ho scritto affascinata dalle biografie di personaggi con identità composite, traiettorie irregolari e pensiero divergente.

Cominciamo da Ori Kafri, hôtelier d’avanguardia, creativo e innovatore, nato a Firenze da una coppia di imprenditori israeliani arrivati da Tel Aviv a Firenze nel 1976. Dopo molti viaggi e studi di economia e turismo, a soli 24 anni Ori Kafri apre il JK Place Firenze, cui seguiranno il JK Place Roma e il JK Place Capri, nominati nel 2008 dalla rivista Tatler i migliori hotel del mondo. I JK Place sono boutique hotels di lusso situati in palazzi storici ristrutturati e arredati dall’architetto fiorentino Michele Bönan, ispirati ad un approccio squisitamente umano al servizio, alla discrezione e alla massima personalizzazione, 

Ori Kafri mi ha intrattenuto per ore nel suo JK Place di Firenze conversando con modi pacati e gentili d’altri tempi. Un aneddoto particolare emerso durante l’intervista, la festa nella villa di Rappaport a Los Angeles trasformata in JK Malibu, è stata la scintilla che ha fatto nascere questo racconto, intitolato “La visita inaspettata”.

tags: Ori Kafri, JK Place, The Hotel Couture, Robert Rabensteiner, Personal Storytelling, Elisa Barbieri, giulietta kelly, 00:am
categories: Personal Storytelling
Tuesday 02.13.18
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Online il documentario sulla Stazione Creativa 2017 - Il Parco Ideale

La Stazione Creativa sul Parco Ideale ideata da Studio Azzurro è stata per gli artisti di Parma la possibilità di fare un’esperienza unica: lavorare insieme, per oltre un mese, nello stesso spazio, ad un progetto comune. Condividendo il tempo, lo spazio, le idee ed i linguaggi. Come spesso mi capita, con il mio approccio autobiografico, mi trovo dentro e fuori le cose. Dentro l’arte, dentro le aziende, dentro l’università – e allo stesso tempo guardandole da fuori.

Per la prima volta ho avuto modo di lavorare con la scrittura autobiografica in questo modo: tenendo un laboratorio sui “Giardini Privati” e rielaborando gli scritti degli studenti creando da essi un testo-madre – mi è venuto spontaneo chiamarlo così, in un lavoro che aveva a che fare con la terra – che è stato adattato alle varie opere, nella forma, nella lunghezza, nella sostanza. Dai petit onze a forma di albero per C999 al collage orale per “One man in a park is looking for something” di Antonio Pipolo, ai murales per Kinetipark di Rhapsomedia.

Quella scritta è diventata parola viva, agita, con un etimo interno al vissuto dell’esperimento Stazione Creativa  - non parola casuale, appicciata, stonata.

Ma al di là dell’aspetto letterario, la cosa migliore, è stato scoprire il messaggio racchiuso nelle parole degli studenti: il parco Ideale non esiste. Se si cerca la natura pura, meglio un bosco di montagna o un’isola deserta. Se invece quello che ci cerca sono le amicizie, il contatto umano in generale, allora l’architettura del parco conta poco. Anche un parco marginale come quello di Via Venezia - se frequentato, giocato, illuminato, sonorizzato – può diventare ideale.  Gli amici della pista rossa di Via Montanara ben lo sanno J

 

Per saperne di più, eccovi il documentario sulla Stazione Creativa creato dai bravissimi di Kinoki.

tags: Studio Azzurro, Parma 360, Autobiografia
categories: Personal Storytelling
Tuesday 02.06.18
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Scrivere è una questione di sguardo – conversazione con l’autore Marco Frigerio

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Il piacere di sentirsi un bambino che ascolta le storie raccontate dalla nonna,un piacere che si riaccende scrivendo e pregustando il piacere che, a propria volta, si darà ai lettori. Così, con spirito incantato (e incantevole), Marco Frigerio, chimico visionario, racconta storie poliedriche, che portano a viaggiare nel tempo e nello spazio, storie diversissime ma tutte accomunate da un alone di mistero, che le rende attraenti e inafferrabili. Qualche settimana fa, ho avuto il piacere di incontrarlo e di presentare presso Il Mondo Yoga Studio il suo libro “Oggi mi sento proprio bene”, edito da La Erudita. Ecco qua per voi, il resoconto di una conversazione, che fa capire quanto l’essere scrittori sia, più di tutto, una questione di sguardo.      

  • Sei uno scrittore poliedrico, i tuoi racconti spaziano da ambientazioni fantastiche ad ad altre storiche. Pensiamo al Medio Evo leggendario del racconto Il Frate o al futuro da fantascienza di L'esplorazione di Venere 603. Come nasce un tuo racconto? Quali sono le tue fonti di ricerca e ispirazione?

I miei racconti nascono dal piacere di “ascoltare” storie.

Storie come quelle che si raccontano gli amici a cena o al bar oppure le storie che raccontano le nonne ai nipotini.

E quindi dalla voglia di aggiungermi a questa narrazione verbale, che per essere una “buona” narrazione verbale deve essere scorrevole e fluida, caratteristiche che mi sforzo di perseguire nella mia scrittura.

Le fonti di ricerca e di ispirazione sono le più varie. Sicuramente lo sono le impressioni visive: come un paesaggio, un albero on un oggetto (una noce, una foglia). Ad esempio, il racconto “Mamarce Fleluske” nasce dall’ambra, questa resina fossile colorata come l’oro e che spesso racchiude tracce del passato: insetti, pezzetti di legno, piccoli sassi.

Il racconto “Il sonnambulo” nasce da alcune tavole di Tex, così come da impressioni lasciate da racconti di Calvino e Buzzati.

Oltre alle immagini, la Storia rappresenta una fonte inesauribile di inspirazione. Soprattutto la storia antica e preistorica, i cui reperti parlano di un uomo “maturo e moderno” fin dalla più lontana notte dei tempi. Ben prima degli egizi o dei sumeri, noi uomini di 40.000 anni fa riuscivamo a dipingere grotte fantastiche (Altamira, Lascaux), mostrando una sensibilità raffinata acconto a quella che, noi moderni crediamo, una vita selvaggia.

Le cose, in realtà, non mi sembrano molte cambiate negli ultimi 40.000 anni.

  • Ciò che rende grande uno scrittore non è una scuola di scrittura ma la capacità di visione, quello che Flanery O'Connor chiamerebbe sguardo anagogico, Massimo Recalcati differenza tra la realtà e reale, Carlo Rovelli una lezione di fisica e Novalis la missione di ri-creare la terra. Tante prospettive diverse per esprimere lo stesso concetto: esistono diversi livelli di realtà. La scrittura nasce dalla capacità di esercitare uno sguardo investigativo sulla realtà, capace di andare oltre, per cogliere diversi livelli di vita. Sei d'accordo?

Assolutamente sì, in particolare trovo che la definizione di Novalis: di ri-creare la terra, sia particolarmente centrata.

Quando leggiamo un romanzo o un racconto, entriamo veramente in un mondo nuovo, che l’autore ha creato per noi lettori, ma che il lettore a sua volta modifica con la sua esperienza e la sua storia personale, fatto che permette ad ognuno di noi di leggere in modo originale e personale il mondo propostoci dalla pagina scritta.  

  •  Il tuo libro è intriso di mistero, un mistero che irrompe nella normalità quotidiana, sconquassandola (Spaghetti alle vongole) e con sconfinamenti nel surreale (Le mani, Il sonnambulo). Come alleni questo sguardo anagogico?

Il mistero e il fantastico sono una modalità utilizzata da sempre in letteratura (penso a Omero o Kafka, passando per Ariosto e Shakespeare) per mostrare i diversi aspetti della realtà.

Come si allena lo sguardo anagogico e fantastico? Ascoltando le persone, camminando per le strade, uscendo di casa, leggendo giornali, libri fumetti e guardando le cose con uno “sguardo laterale”, obliquo rispetto a quanto di omologato ci viene proposto da tg, serie tv e chiacchere da bar (notate: chiacchere e non “fole”, che sono splendidi “racconti assurdi, iperbolici, improbabili, spudorati, sboroni e anagogici”).

  • Essere un chimico è un ostacolo o una risorsa del tuo essere scrittore?

E’ sicuramente una risorsa. Il chimico è per sua natura uno che modifica cose, combinando la materia conosciuta per creare una nuova materia.

Così lo scrittore combina le parole per creare, come dicevano prima, mondi nuovi.

Inoltre il chimico è “uno che cerca”. Cerca senza sapere cosa troverà alla fine del suo viaggio di ricerca.

Molti tra i miei racconti narrano storie di esplorazioni (Orso; Mamarce, Base antartica, Venere603), forse perché sia come scrittore che come chimico mi piace uscire dal seminato. Cercare cose nuove, alzarmi e uscire di casa per esplorare il mondo fuori.  

 

  • Perché scrivi?

Scrivo per il piacere di ascoltare storie. E scrivo perché è un’esigenza come respirare, mangiare e muoversi. Altri fanno sport, io scrivo.

 

  • Si dice che lo scrittore di romanzi sia un architetto disciplinato, mentre il poeta un mistico folgorato dall'ispirazione. Lo scrittore di racconti brevi è una via di mezzo tra i due o cosa?

Concordo almeno in parte. I romanzi e i racconti sono un tipo di scrittura tra loro molto simile. La poesia è tutta un’altra cosa.

Scrivere poesie è difficilissimo. La poesia dice le cose che non si possono dire. E la poesia è l’unico modo che abbiamo per esprimerle.

Penso a Ungaretti e Rimbaud o alla Szymborska o a Yeats e Pessoa.

 

Scrivere romanzi o racconti è “semplicemente” narrare cose, pensieri, storie. Sicuramente scrivere romanzi richiedono una capacità architettonica maggiore rispetto quella necessaria per i racconti.

Ma anche questi, romanzi e racconti, possono tranquillamente essere visionari e mistici: “I fratelli Karamazov”, “la Metamorfosi” “il maestro e Margherita” “Le città invisibili” “Le cosmicomiche”.

Io scrivo racconti semplicemente perché il tempo necessario per scriverli è minore o semplicemente più concentrato, e questo si combina meglio con la mia vita lavorativa di chimico (e privata).

 

  • Il Comitato di lettura del Premio Italo Calvino, nella lettera che ti ha scritto, parla di attesa, sospensione. "Dopo poche righe o dopo decine di pagine, la conclusione è sempre una non-conclusione: non uno scioglimento che spiega tutto, ma piuttosto la sollecitazione a modificare il nostro sguardo accettando uno stato di cose che rimane ineluttabilmente sospeso. Viene frustrata ogni nostra pretesa di ricorrere a criteri di logica. Questo ricorda la logica illogica dei racconti zen, forse anche l'idea di presenza nel respiro del qui ed ora che è alla base della pratica Yoga. Vorrei leggere le parole di Donatella Messina insegnante di Yoga e Presidente della LUA di cui faccio parte. "L’attesa non può focalizzarsi su un punto di arrivo, perché perderebbe sostanza. L’attendere quindi è un’attenzione fine a se stessa, cioè un’attesa senza scopo e senza fine. Invece nell’aspettare, aspettarsi, noi chiediamo qualcosa a qualcuno, o che qualcosa arrivi. Potremmo dire che la differenza si sostanzia proprio nella modalità in cui noi stiamo in quella pausa. Se l’aspettare accresce il desiderio che qualcosa o che qualcuno si evidenzi, l’attendere non cancella questo, ma lo sospende. E’ questo che rende questo spazio importante. In questa sospensione che è davvero un puro attendere e in cui noi non sappiamo che cosa possa arrivare, noi stiamo nello spazio dell’attesa senza aspettare che vi sia una risposta. E’ solo e soltanto un saper stare sapiente ed è semplicemente un vuoto prezioso perché ci consente di aprirci a qualcosa d’altro, che può essere un’intuizione, una rivelazione. Può essere semplicemente abitare il silenzio che è dentro di noi, e concedere alle persone che stanno con noi di fare altrettanto. L’attesa piega il tempo fino quasi a sospenderlo. Lo rende trasparente, impalpabile, quindi la lingua dell’attesa ha un alfabeto di annunci e attendere è decifrare questi annunci senza aspettare che arrivino. L’attesa genera pazienza, è una pratica, un atteggiamento, una postura. È una disposizione dell’animo. È spazio vuoto. Non si tratta di abitare una forma conosciuta, prestabilita, già sperimentata, di cui noi siamo consapevoli. L’attesa non è un luogo di certezze, ma un luogo da esplorare senza certezze."

Pensi che, in quest'ottica, la cifra peculiare del tuo Oggi sto proprio bene possa essere quindi un'attesa yogica?

E che quindi forse non sia un caso che il tuo libro proprio in un centro yoga?

Non avevo mai fatto questa considerazione, ma trovo che sia corretta.

I miei racconti hanno probabilmente un’anima yoga o zen. Così sono felicissimo di presentarli a Mondo YogaStudio.  

 

  • Leggere ci da la possibilità di vivere più vite. Scrivere ci da la possibilità di dar soddisfazione ai desideri più inconfessabili. ll tuo Mamarce, per esempio, è sessualmente molto attivo. Come vedi il rapporto tra letteratura e sessualità? Cosa ne pensi del successo del pornosoft, esemplificato da bestseller come "50 cinquanta sfumature di grigio"?

La sessualità fa parte della vita, come molte altre cose: l’amore, la tristezza, l’avventura.

Così la letteratura racconta anche la sessualità, come tutto il resto.

Non ho mai letto "50 cinquanta sfumature di grigio" e non penso di leggerlo.

Non mi interessano i generi stereotipati siano essi pornosoft, romanzi rosa o gialli.

Ad esempio, per il genere “giallo/thriller”, trovo che la famosa trilogia di Stieg Larsson, in quanto monotematica: tutta focalizzata sulla misoginia, sia decisamente monotona, mentre i racconti di Simenon con Maigret spaziando dallo psicologico al sociale e risultino belli, sebbene Simenon raggiunga il suo massimo espressivo nei romanzi e racconti senza Maigret (penso a “Cargo” o a la “La camera blu”)

   

  • Quanto c'è di autobiografico in quello che scrivi?

Se per autobiografico si intende “racconto/cronaca” della mia vita, la risposta è semplice: “non c’è nulla di autobiografico nei miei racconti”.

Non sono mai stato sui monti del Mackenzie (l’orso), né in Antartide (base albatros), né sono mai stato un frate (il frate) o un etrusco (Mamarce).

Lo stesso racconto “Oggi sto proprio bene” che narra l’ultimo giorno di mia madre Lina, è cronaca solo nella prima pagina (telefonata dell’ospedale) quello che viene raccontato dopo è pura invenzione, narrazione fantastica di quello che provavo.

In un senso più ampio tutta la narrazione è autobiografica, mia e di ogni altro autore. In quanto chiunque scrive, presenta i fatti attraverso un suo filtro personale che è la sua vita.

Quindi nei mie racconti nessuna cronaca autobiografica, ma tutto da me filtrato o vissuto.

 

  • Veniamo alla poesia. Alcune tue poesie sono state inserite in Enciclopedia della Poesia Contemporanea Vol. 4 2013 (Fondazione Mario Luzi Editore). Leggiamo una tua poesia. In che tipo di collegamento stanno queste due produzioni così diverse come genere e così lontane nel tempo?

La lontananza nel tempo è semplicemente dovuta alla mia passione di scrivere, che dura da decenni, combinata con la difficoltà di trovare un editore.

La diversità di genere (poesia e racconti) si può spiegare sia con la mia voglia di sperimentare, sia con la mia passione per la poesia, tenuta sotto controllo dalla difficoltà di scrivere poesie.

I temi trattati non sono molto diversi (amore, natura, mistero) declinati nelle modalità peculiari dei due generi.

tags: books, marco frigerio, presentazione, yoga, il mondo yoga studio, storytelling, personal storytelling, Elisa Barbieri
categories: Storytelling
Tuesday 01.30.18
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Su ForTune in podcast la storia del Buthan - il paese che ha promesso al mondo di rimanere a emissioni zero per sempre

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La favolosa storia del Buthan - il paese che ha promesso al mondo di rimanere a emissioni zero per sempre - anche in podcast (lingua italiana) su ForTune, un flusso di contenuti audio in pillole da tre minuti, di alta qualità, senza interruzioni. Gli utenti scelgono i temi di interesse e ForTune propone loro un flusso audio unico, sempre diverso e mai banale. Il tutto alternato alla loro musica preferita.

https://for-tune.it/elisa/bhutan-la-promessa-sempre-emissioni-zero/

The fabulous Buthan’s story of Buthan – the small country, who promised to stay carbon neutral forever, also in pocast (Italian language) on  ForTune, an audio content flux in 3 minutes podcasts, high quality, without interruptions. Listeners choose their favorite subjects and ForTune proposes them a unique audio stream, always different and never ordinary. Interchanged with their favorite music.

tags: Personal Storytelling, Buthan, Carbon neutral, Emissioni zero, Riscaldamento globale, Elisa Barbieri, global warming, giulietta kelly, 00:am
categories: Storytelling
Wednesday 01.24.18
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Buthan: the promise to remain carbon neutral forever - Personal Storytelling Miniseries - Episode #8

This is one of the most successful contemporary stories: as romantic as an Andersens’ fairy tale, as cruel as a Perrault’s one (where Bluebeard is ourselves and our global warming), and, on top of that, real.

While telling it, I feel a bit like the Grimms brothers, who collected legends and popular myths from people who had been travelling all over Germany or had owned a lodging, where they had heard all sorts of stories from patrons. 

So, I re-tell this story to my big little audience, extrapolating a part of Buthan’s Prime Minister Mr Tshering Tobgay’s TED speech. Here’s the true story of the brave, strong-willed small hymalaian country – defined at the last international climate change summit as a “climate hero” -, the country who promised to stay carbon neutral forever.

Questa è una delle storie contemporanee più riuscite: romantica come una fiaba di Andersen, crudele come una di Perrault (dove il Barbablu siamo noi umani e il nostro global warming), e, per di più, vera. 

A raccontarla, mi sento un po’ come i fratelli Grimm, che raccoglievano leggende e miti popolari da persone che avevano viaggiato per tutta la Germania, oppure avevano posseduto una locanda e ne avevano sentite da tutti i colori dagli avventori. 

Così, ripropongo questa storia al mio piccolo grande pubblico, estrapolando una parte del discorso TED di Tshering Tobgay, Primo Ministro del Buthan. E’ la storia vera, determinata e coraggiosa del piccolo paese himalaiano - definito all’ultimo summit mondiale sull’ambiente “eroe del clima” - il paese che ha promesso al mondo di rimanere a emissioni zero per sempre.

tags: Buthan, TED, Tshering Tobgay, Carbon neutral, Climeate change, global warming, Storytelling, Personal Storytelling, Elisa Barbieri, 00:am, giulietta kelly
categories: Storytelling
Tuesday 01.16.18
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The secret fo The Renaissance - Personal Storytelling Miniseries - Episode #7

According to UNESCO, more then 60% of the world's most important works of art are located in Italy and approximately half of these in Florence, the masterpiece of the Renaissance. Michelangelo, Donatello, Botticelli, Raphael, Tizian, Brunelleschi, the universal genius Leonardo da Vinci: The Renaissance is the Golden Age of Art, flourishing in every field.

It all started and happened in Florence, during a period spreading from 1300-1600, with its climax under Lorenzo de Medici.

How did it happen, that so many genius of art came together in such a short period in one place? Was it a freaking preponderance of artistic skills or an unsurpassed wealth? Is a new Renaissance possibile nowadays? Do we lack money, or rather something else? What would we see, if we would look at our world with the eyes of a Renaissance artist, thinker or leader?

Here’s a story with some food for thought.

 

Secondo l’Unesco, oltre il 60% delle opere d’arte mondiali si trovano in Italia e circa la metà di queste a Firenze, il capolavoro del Rinascimento. Michelangelo, Donatello, Botticelli, Raffaello, Tiziano, Brunelleschi, il genio universale Leonardo da Vinci: il Rinascimento è l’età dell’oro delle arti, che fioriscono in ogni campo.

Tutto inizia e succede a Firenze, in un periodo di tempo dipanato tra il 1300 e il 1600, con il suo apice raggiunto grazie al mecenate Lorenzo de’ Medici.

Come è potuto succedere, che così tanti geni artistici si siano trovati nello stesso periodo in un unico luogo? Si è trattato di una stravagante preponderanza di talento artistico oppure di un’insuperata disponibilità di risorse economiche? Oggi è possibile un nuovo Rinascimento? Ci mancano soldi o piuttosto qualcos’altro? Cosa vedremmo oggi, se guardassimo il nostro mondo con gli occhi di un artista, pensatore o leader rinascimentale?

Ecco qui una storia con spunti di riflessione.

 

Visual Credits: The School of Life

tags: Renaissance, Rinascimento, Michelangelo, Donatello, Raffaello, Brunelleschi, Personal Storytelling, Elisa Barbieri, giulietta kelly, Diller Scofidio, 00:am
categories: Personal Storytelling
Tuesday 01.09.18
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Pina Bausch: a “saint on roller skates” - Personal Storytelling Miniseries Episode #6

 

Since the 70’s her work arouses an intense aesthetic pleasure and a strong identification with the audience, this is granted. But Pina Bausch’s story goes beyond and becomes a life lesson for anybody who risk to loose themselves into the technical rigidity of their profession. This danger exixts for artists, first of all, but not exclusively. Let’s think, for example, at physicians who follow procedures and ignore patients, or at scientists who forgot ethics.

One single sentence, pronounced by a gispy girl, has been enough to let Pina Bausch take wing from ballet to her invention of Tanztheater. A completely new world, where dancers do not dance to represent the ideal of perfection, but to celebrate real life.  

Discover with this video the whole story of the woman described by Fellini as a “saint on roller skates”.

 

Pina Bausch: una “santa sui pattini a rotelle” - Personal Storytelling Miniseries - Episodio n°6

Dagli anni ’70, la sua opera suscita un intenso godimento estetico e una forte immedesimazione nello spettatore, questo è fuori di dubbio. Ma la storia di Pina Bausch va oltre e diventa lezione di vita per chiunque rischi di perdersi nei tecnicismi della professione, perdendo il legame con la vita. Questo pericolo esiste in primis per gli artisti, ma non solo. Pensiamo ai medici che seguono protocolli e ignorano i pazienti o agli scienziati che hanno dimenticato l’etica. Una sola frase, detta a mo’ di esortazione da una ragazza zingara, è bastata a far spiccare il salto di non ritorno a Pina Bausch, dal mondo del balletto a quello radicalmente nuovo, di sua invenzione, del Tanztheater. Un mondo dove si danza non la bella forma, ma la vita.

Per scoprire la storia della donna definita da Fellini “una santa sui pattini a rotelle”, guarda il mio video.

 

tags: pina bausch, wim wenders, tanztheater, wuppertal, Personal Storytelling, personal storytelling, Elisa Barbieri, giulietta kelly
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Wednesday 01.03.18
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IF YOU WANT THE MOON, BE PREPARED TO FAIL _ Personal Storytelling Miniseries Episode #5

Rice University, 1962. Before a crowd of 35000 people, President John F Kennedy boldly lays out his challenge to put a man on the Moon. In a speech, that is a master in the art of rethoric, he inflames the audience by appealing to the burning nucleus of mankind. What is, that makes the difference between humans and animals? In this episode, I’ll be talking of the virtues of mistakes, and even failures, and their importance, in order to reach challenging goals. 

Università di Rice, 1962. Di fronte a un pubblico di 35000 persone il Presidente americano John F Kennedy afferma coraggiosamente di voler portare un uomo sulla luna. Nel suo discorso, esempio di retorica magistrale, infiamma gli animi, facendo leva su ciò che rappresenta il nucleo ardente dell’umanità. Dove risiede la differenza tra uomini e animali? In questo episodio, parlerò delle virtù degli errori e persino dei fallimenti, e della loro importanza nel raggiungimento di obiettivi temerari. 

tags: Storytelling, Personal Storytelling, JFK, John Kennedy, Moon, Failure, Success
categories: Personal Storytelling
Tuesday 12.19.17
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ENZO FERRARI - The agitator of men - Personal Storytelling Miniseries - Episode #4

Many biographies have been written about Enzo Ferrari, the most famous Italian man in the world. But the far more interesting one is his own autobiography, where he writes opinions, data and memories in a very concise, minimalistic, nearly aphoristic style (he wrote for example that “the second one is the first of the last”). And he writes about something unexpected: the importance of forgiveness.

How and why in this 4th epidose if my Personal Storytelling Miniseries.

 

Di Enzo Ferrari, l’italiano più famoso al mondo, sono state scritte innumerevoli biografie. Ma quella più interessante è senza dubbio quella scritta da lui stesso, dove con stile asciutto, quasi aforistico (celeberrimo il suo "Il secondo è il primo degli ultimi"), il pioniere dell'automobilismo sportivo snocciola pareri, dati e soprattutto ricordi. E parla di qualcosa che non ci si aspetterebbe da lui: l’importanza del perdono.

Ecco come e perché in questo 4° episodio della mia Miniserie di Personal Storytelling,

 

 

tags: enzoferrari, petercollins, nikilauda, personal storytelling, Personal Storytelling, racingcars, ferrari, ferraricars, ferrarired, manuel fangio, maranello
categories: Personal Storytelling
Tuesday 12.12.17
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Comments: 1
 

MARIA MONTESSORI The Educational Superwoman - Personal Storytelling Miniseries Episode #3

What do Larry Page and Sergey Brin (Google’s founders), Jimmi Wales (Wikipedia’s founder) and many other Silicon Valley successful CEOs have in common? They have all been educated at Montessori schools, with a 100-years-old pedagogical method. Isn’t it weird? What has Maria Montessori and her method to do with the future and with being first?

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Cos'hanno in comune Larry Page e Sergey Brin (fondatori di Google) con Jimmi Wales (fondatore di Wikipedia) e molti altri imprenditori di successo della Silicon Valley? Hanno tutti studiato in scuole Montessori, con un metodo vecchio di 100 anni. Non è strano? Che cosa c'entra allora aMaria Montessori ed il suo metodo con il futuro e con l'essere i primi al mondo?

Guarda altri episodi su questo blog 

tags: mariamontessori, montessori, education, storytelling, Personal Storytelling
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Tuesday 12.05.17
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Incontro con l'autore Marco Frigerio

Si parlerà di attesa e sospensione, tra letteratura e yoga, con l'autore Marco Frigerio. Vi aspetto! 

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tags: literature, racconti, letteratura
Friday 11.24.17
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You You Tu, the story of the 1st female Chinese Nobel Laureate

Mini Personal Storytelling Series by Elisa Barbieri: Episode#2.

Eccoci arrivati al secondo episodio della mini-serie di Personal Storytelling, dedicato a YOU YOU TU, prima donna cinese a ricevere il Premio Nobel. You You Tu ha fatto scoperte importantissime in ambito medico, scoperte che hanno salvato milioni di vite grazie all'uso dell'artemisinina contro la malaria, un principio attivo scoperto dall'ultraottantenne farmacista cinese scavando negli antichi libri della Medicina Tradizionale Cinese. Il Premio arriva a 40 anni di distanza dall'esito delle ricerche. Perché?

Dedicated to YOU YOU TU, the 1st female Chinese Nobel Laureate. She won the Prize for her medical discoveries concerning a novel therapy against Malaria, which has saved millions of lives, a therapy originating into Chinese Traditional medicine. The prestigious award arrives after 40 years from the outcome of her researches. Why?

tags: youyoutu, tuyouyou, Personal Storytelling
categories: Personal Storytelling
Tuesday 11.21.17
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Un viaggio meraviglioso

Un incontro casuale, un dialogo inaspettato lungo quanto un volo dal Cile all'Europa. Roba assai strana, in un'era di capi chini sugli schermi e orecchie imbottite di auricolari. Roba da raccontarsi vita, morte e miracoli. Ed è così che Alessandro, che mai ebbe difetto di favella, tornando dalla regia di uno show latinoamericano, siede in aereo di fianco a una giornalista di Vogue e gli racconta dei suoi progetti, tra cui uno, in particolare. 

È un progetto strano, diverso, che gli sta a cuore in modo speciale. Di solito, nel mondo della comunicazione, la velocità è un diktat e allora ci si trova a titolare la parola fine quando ancora si avrebbe voluto cambiare qualcosa, senza magari neppure sapere cosa.

Invece questa volta il progetto lo accompagna da 5 anni ormai. Questa volta si parla di cinema. Di un prodotto cinematografico lungo quanto un documentario e ritmato come un videoclip, che illustra la storia professionale e le tecniche segrete di un mago delle parrucche per il cinema: Aldo Signoretti - portavoce di un'arte antica e pressoché sconosciuta.

Chi direbbe mai che Nicole Kidman in Moulin Rouge - e come lei ogni personaggio, anche maschile, e persino ogni singola comparsa - indossa una parrucca? Stessa cosa si può dire per Toni Servillo in La Grande Bellezza, Leonardo di Caprio in Gangs of New York e tutte le altre creazioni di Aldo, nate da minuziose ricerche storiche, da un piglio creativo unico, da una manualità eccezionale e dalla capacità di interpretare un personaggio attraverso l'immagine.

Un'arte antica, che andava fatta conoscere in qualche modo. E che il documentario su Aldo Signoretti svela con dovizia di dettagli e testimonianze di protagonisti del grande cinema internazionale, che hanno scelto Aldo per dare qualcosa di più ai loro personaggi.

Questa storia intrigante, tra cinema, moda e artigianalità, una storia ancora nascosta (il documentario è di prossima uscita) ha colpito la giornalista, che ha voluto essere la prima a raccontarla nel numero di Novembre 2017 di Beauty in Vogue, in edicola in questi giorni. Ringraziamo Vittoria Filippi Gabardi, Alessandro Beretta e tutta la redazione.

Un estratto digitale qui per voi. Buona lettura!

PS: E io cosa c'entro? Ho scritto la sceneggiatura. Oui, Giulietta Kelly c'est moi.

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tags: Aldo Signoretti, Vogue, Beauty in Vogue, Cinema, Hair
Wednesday 11.15.17
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Personal Storytelling on ForTune

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E per chi preferisce ascoltarsi un bel podcast, magari in italiano, ecco la mia storia su Dick Fosbury su ForTune, un flusso di contenuti audio in pillole da tre minuti, di alta qualità, senza interruzioni. Gli utenti scelgono i temi di interesse e ForTune propone loro un flusso audio unico, sempre diverso e mai banale. Il tutto alternato alla loro musica preferita.

And for those who prefer to listen to a good podcast, maybe in Italian, here is my story about Dick Fosbury on ForTune, an audio content flux in 3 minutes podcasts, high quality, without interruptions. Listeners choose their favorite subjects and ForTune proposes them a unique audio stream, always different and never ordinary. Interchanged with their favorite music.

tags: Personal Storytelling, Dick Fosbury
Thursday 11.09.17
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New! A PERSONAL STORYTELLING MINI-SERIES: 1st EPISODE

After some sabbatical weeks (oh yes, I wish it was like that!) here I am again. My absence has been so fertile, that I can now promise you something super special: a Personal Storytelling miniseries. A gallery of portraits of people, that have changed the world, from Dick Fosbury to Pina Bausch, from Tu You You to Maria Montessori. A serie of 5-minutes highly motivational and inspirational videos.

Well, I’ll be honest. Actually, I did not made this serie expressely for his blog, but as a consultancy for the international meeting of an important company.

First of all, we worked on the concept, identifying “being first” as the theme of the meeting. Being first meaning overcoming competitors by being ahead of times, innovating, transforming failures into a new awareness, giving one’s best.

Then, second step, the creation through storytelling of a live link between diverse and highly technical speeches.

Stories, with their power to discover new models, to relax and arouse creativity, transport the audience into places that are far away in time and space - towards new encountres, new languages, new paradigms.

As much as to say…instead of one testimonial, a lot of exceptional testimonials!

Today I’m totally happy to introduce you the first episode, dedicated to a guy, who made the history of high jump.

Enjoy!

PS. Many thanks to Alessandro Molinari and Elena Quarta for the utmost precious collaboration in creating these videos

 

Novità: una mini-serie di Personal Storytelling. Ecco il primo episodio

Dopo settimane sabbatiche (eh si, magari!), eccomi di nuovo qua. L’assenza è stata così produttiva, che vi prometto ora qualcosa di super speciale: una miniserie di Personal Storytelling. Una galleria di ritratti di persone, che hanno cambiato il mondo, da Dick Fosbury a Pina Bausch, da Tu You You a Maria Montessori. Video-pillole da 5 minuti ciascuna, ad alto effetto motivazionale e ispiratore.

Beh, ve la dirò tutta. In realtà tutto ciò non nasce appositamente per questo blog, ma come consulenza per il meeting internazionale di un’importante azienda. Come prima cosa abbiamo lavorato sul concept, identificando come fil rouge delle giornate il “primeggiare”. Primeggiare come superare i concorrenti, anticipando i tempi, innovando, trasformando i fallimenti in nuove consapevolezze, dando il meglio di sé.

Poi - secondo step -  la creazione attraverso lo storytelling di un legame dal vivo tra gli interventi dei relatori, ad alto contenuto tecnico e dai temi molto diversificati. Le storie, con il loro potere di aprire all’esemplare, di rilassare e di stimolare la creatività, hanno trasportato il pubblico in luoghi lontani nel tempo e nello spazio - verso nuovi incontri, nuovi linguaggi, nuovi modelli. Come dire…invece di un solo testimonial, una quantità di testimonial d’eccezione!

Oggi sono felicissima di presentarvi il primo episodio della serie, dedicato a un ragazzo che ha fatto la storia del salto in alto.

Buona visione!

Elisa Barbieri

 

PS: Grazie ad Alessandro Molinari ed Elena Quarta per la preziosissima collaborazione nel creare i video.

 

 

 

Tuesday 11.07.17
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I cibi degli altri

Il progetto "I Gusti degli altri" di Gianluigi Ricuperati ruota attorno ad una domanda: è possibile modificare i nostri gusti per farci piacere cose che prima magari detestavamo? Questa domanda, unitamente alla tesi secondo la quale è possibile cambiare i propri gusti in quanto componente essenziale del nostro essere individui autonomi, è contenuta in un saggio di Emanuele Arielli dal titolo “Farsi piacere. La costruzione del gusto”. Questo saggio è il punto di partenza e l’ispirazione di tutto il progetto.

Un gruppo di uomini e di donne, un campione dei cittadini di Parma, proveranno a verificare se è possibile cambiare i propri gusti ed essere comunque liberi. Grazie al supporto di alcuni mediatori, ovvero di osservatori esterni che non potranno in alcun modo interferire sulle scelte dei soggetti protagonisti, ogni partecipante al progetto verificherà se sia possibile cambiare idea su un cibo, su uno stile artistico, su un genere letterario e se i gusti e i disgusti che ciascuno ha sono davvero genuini e autentici, oppure sono determinati da un complesso di fattori quali la nostra storia personale, l’educazione, i mezzi di informazione, le mode.

Il percorso di ogni partecipante entrerà a far parte di un racconto filmato da Alessandro Molinari di 00:am che verrà presentato a Mercanteinfiera Autunno, trasformando un’esperienza umana in un’opera.

Fa parte del percorso l'incontro I Cibi degli altri, cui parteciperà Elisa Barbieri di 00:am.

I cibi degli altri
Interverranno:
– Paolo Tegoni, docente di Scienze Gastronomiche all’Università degli Studi di Parma
– Giancarlo Gonizzi, curatore della Biblioteca gastronomica di Academia Barilla e coordinatore dei Musei del Cibo della provincia di Parma
– Giorgio Triani, docente all’Università degli Studi di Parma e fondatore del Parma Home Restaurant
– Elisa Barbieri, scrittrice e personal storyteller


Moderatore: Gianluigi Ricuperati

Lunedì 5 giugno, ore 17.00
presso l’Auditorium Casa della Musica di Parma

Per ulteriori informazioni:
Ilaria Dazzi i.dazzi@fiereparma.it
Alice Saccani a.saccani@fiereparma.it

Organizzato da / in partnership with
Mercanteinfiera off 4 – Fiere di Parma
www.mercanteinfiera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

tags: Personal Storytelling, Gianluigi Ricuperati, Alessandro Molinari, Elisa Barbieri
Monday 06.05.17
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Stazione Creativa Exit

Sabato 27 maggio dalle 19.00 si svolgerà al WoPa Temporary Parma l’evento finale della Stazione Creativa, a cura di Chiara Canali e Michele Putorti, in collaborazione con Associazione culturale Kinoki e Manifattura Urbana.

Seconda tappa in Italia di un progetto ideato da Studio Azzurro, la Stazione Creativa si è svolta dal 27 aprile al 27 maggio presso lo Spazio Carroponte del WoPa, radunando giovani artisti e studenti di Parma che hanno potuto vivere un’esperienza residenziale a contatto con artisti, creativi e ricercatori di differenti ambiti disciplinari, per mettere in pratica nuove forme di progettazione artistica e sperimentale condivisa.

In questa serata conclusiva, il prodotto artistico, il seme della Stazione Creativa, viene messo a disposizione della città di Parma affinché possa essere da stimolo per la rigenerazione urbana del Parco di Via Verona (Quartiere San Leonardo) che ha già attivato un processo di partecipazione cittadina con il coinvolgimento delle comunità, anche straniere, del territorio, in collaborazione con Manifattura Urbana.

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PROGRAMMA DELLA SERATA

DALLE 19.00 ALLE 21.00, SPAZIO ESTERNO CARROPONTE

► Presentazione della Stazione Creativa e aperitivo conviviale
con la partecipazione di Studio Azzurro

► Francesca Agolli, Francesco Corradi, Cristian Cosenza, Luca Fossa, Marinella Melegari, Giulia Romanini, Enrico Zermani (partecipanti alla Stazione Creativa) - Sentieri d’ombra
Percorso multisensoriale nel paesaggio, introspettivo e collettivo, dal giardino delle ombre al parco delle luci.

► Manifattura Urbana - Temporary Community Garden
Giardino conviviale e forum sul progetto partecipato del Parco di Via Verona.

► Trio Pistapoci
Strumenti musicali di riciclo a disposizione nel Community Garden.


DALLE 21.00, SALA BUIA

► Rino Stefano Tagliafierro VIDEO (Karmachina)
Con contributi video dei partecipanti alla Stazione Creativa
Il Giardino Invisibile
Doppia videoproiezione in loop

Il Giardino Invisibile prende a riferimento il tema di riqualificazione del parco di via Verona di Parma. Attraverso un’interazione analogica basata sul semplice principio della sintesi additiva e senza l’utilizzo di sensori e hardware particolari, il visitatore, posizionandosi davanti allo schermo, svelerà, con la sua ombra, mondi e situazioni inizialmente nascosti dalla luce bianca. In questo modo, più persone parteciperanno attivamente all’installazione e più l’immagine celata prenderà forma, aprendo così una “finestra” e restituendo al parco una nuova vita.

DALLE 21.00, INGRESSO

► Cristiano Benassi
Light and Botox
Lightboxes

Il titolo LIGHT and BOTOX unisce la luce delle lightboxes, valigie di legno trasformate in lampade, in cui la luce stessa traspare attraverso piani di marmo lavorati fino all’estremo della loro fragilità, con la lettura ironica delle immagini e dei patterns, in cui la forma viene esasperata e modellata, come accade con il botulino, che nel tentativo di confondere la realtà cerca di cambiare il corso della natura.


DALLE 21.30, PADIGLIONE NERVI

► Kinetipark. Liturgia Cinetica
Physical Storytelling & Performing Art

Progetto ideato e diretto da Amalia Vigliante, Anna Guarinoni, Lazzaro Marco Ferrari (rhapsomedia.com), in collaborazione con C999 (Live visual performance & Projection mapping) ed Elisa Barbieri (Personal Storytelling).
Physical Storytelling & Performing Art realizzato con la collaborazione dei partecipanti di Stazione Creativa.
Kinetpark è una produzione collettiva di un evento di narrazione interattiva e multimediale dove tramite l'esplorazione fisica di segni, immagini, personaggi, spazio, gesti e movimento condurremo il pubblico in un processo inventivo e collaborativo di Storytelling.
Il parco ideale, luogo immaginario, territorio di ricerca, di sperimentazione e di immersione verrà rappresentato come luogo di trasformazione.
Durata TBD - indicativamente 30’ + audience interaction.
(Il pubblico nello stesso spazio di gioco dei performers).


DALLE 22.00, SPAZIO CARROPONTE

► Trio Pistapòci - La Ricicletta
Bicicletta meccanico-sonora

La Ricicletta è una bicicletta musicale costruita con materiali di recupero (soprattutto telai e cerchioni di vecchie biciclette), concepita anche per essere un’ipotetica giostra musicale del parco ideale.

► Antonio Pipolo - A man in a park is looking for something
Performance in ambiente interattivo

A man in a park is looking for something è una performance posizionale in ambiente interattivo pensata per riportare all’interno degli spazi di esposizione l’esperienza costruita intorno alla città e al parco di via Verona.
Il performer si trova in condizione di stasi all’interno di uno spazio buio, illuminato dall’alto da una luce che lo evidenzia e disegna sul suolo un vortice di luce.
Se il performer viene toccato dal visitatore l’ambiente interattivo viene attivato: la luce che illumina il performer diviene più intensa e compare alle sue spalle la proiezione di immagini velocizzate che vengono attivate e randomizzate ad ogni tocco. Il risultato sensoriale ed emotivo è quello di una sorta di oracolo ibrido tra la sfera naturale e quella digitale.
I contributi dei partecipanti al workshop saranno utilizzati per dar corpo alla “visione” prodotta dal contatto fisico tra il performer ed il visitatore.

► C999
WOODWORM
Visual mapping

Woodworm è l'Assenzio maggiore (nome scientifico Artemisia absinthium) una piccola pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae, una pianta medicinale. Il parco ideale è una medicina alle malattie della comunità, l'artemisia è da sempre nota per la sua capacità di stimolare l'immaginazione, di mostrare colori, di guarire lo spirito. Un piccolo laboratorio alchemico per sfruttare una tecnica a favore della fantasia, per creare stimoli a sognare un luogo di condivisione, prima che alla sua realizzazione.


DALLE 22.30, PALCO PRINCIPALE

► Gloria
Live Music

Una storia interessante quella della Band Francese "Gloria" in piena botta sixties. Il loro sound è ricco di melodie che rimandano ai tempi di gruppi mitici come i Jefferson Airplain.Tuttavia, la loro pièce-de-résistance è infatti l'atmosfera fornita dalle tre armonie femminili che trasformano ogni canzone in una valle esotica di sensazioni sintestiche. Dopo la Tourneè Europea in giro per Francia, Spagna e Germania eccole approdare nella nostra Italia, e un giro al WoPa era d'obbligo.

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HANNO PARTECIPATO ALLA STAZIONE CREATIVA

Gli artisti e docenti: Elisa Barbieri, Cécile Bargiarelli, Paolo Boggiani, Tania Comelli, C999, Lazzaro Marco Ferrari (Rhapsomedia.com), Anna Guarinoni, Silvano Orlandini, Sergio Nicolas Parra, Antonio Pipolo, Francesco Sgorbani, Rino Stefano Tagliafierro VIDEO (Karmachina), Amalia Vigliante, Manifattura Urbana, On/Off, FabLab Parma, Liceo Artistico Paolo Toschi Parma.

I partecipanti: Francesca Agolli, Matilde Alghisi, Giulia Capelli, Francesco Corradi, Cristian Cosenza, Noa Ducati, Valeria Ferragina, Sara Ferrara, Luca Fossa, Anna Gerboni, Martina Leva, Marinella Melegari, Sara Minoli, Giulia Maria Letizia Romanini, Giulia Soavi, Enrico Zermani.

ORGANIZZAZIONE
A.P.S. Kontainer, 360° Creativity Events, Art Company
In collaborazione con Associazione Culturale Kinoki e Manifattura Urbana

SI RINGRAZIA
Studio Azzurro, Leonardo Sangiorgi, Osvalda Centurelli
Associazione WorkOut Pasubio, Alessandro Tassi-Carboni e Gabriella Incerti
Si ringrazia Associazione Kinoki per la documentazione video.

 
tags: Personal Storytelling
Sunday 05.21.17
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Si parla di Personal Storytelling a Radiofficina - Intervista a Elisa Barbieri

Intervista a Elisa Barbieri su Personal Storytelling, Poesia e Musica a Excuse My Accent, la trasmissione di Dalila Bellil su Radiofficina.

Clicca qui per ascoltare!

Tuesday 02.07.17
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Il Sapore dei ricordi - laboratorio autobiografico

Prendi i 5 sensi, 10 libri d’autore, 1 quaderno vuoto, la tua penna preferita e fiducia a volontà.

Mescola tutto con vigore e partecipa a questo laboratorio di scrittura autobiografica, per ri-conoscerti attraverso i sapori salienti della tua vita.

Dove: Workout Pasubio Temporary - Parma WOPA Via Palermo 6 - PARMA

In collaborazione con “La città del sole” di Parma e l’erboristeria “L’Agrifoglio”

Il corso è per 20 partecipanti.

Il costo di iscrizione è di 70 euro per le tre lezioni.

Programma

WOPA 26/1/2017 - Lezione introduttiva con il Prof. Duccio Demetrio, guru italiano dell'autobiografica e fondatore della Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari

WOPA 2/2/2017 - Lab #1 UNA TAZZA DI ME’ – infusi su misura a colazione

WOPA 9/2/2017 - Lab #2 CENA CHEZ MOI – dal sapore dei piatti al mio sapore 

WOPA 16/2/2017 - Lab #3 GALA-GALA STORIES – il gusto della festa

Svolgimento

Leggeremo poesie e brani letterari per il piacere di ascoltare grandi voci e per stimolare il flusso dei ricordi. Sperimenteremo la rievocazione del passato attraverso esperienze sensoriali. I vostri fogli si riempiranno dei sapori del passato, di ricette dimenticate, di profumi difficili da ritrovare, suoni di voci che raccontano storie intorno a un tavolo. Rivivremo insieme momenti della nostra vita per donarci un gusto in più.

Saranno assegnati, di volta in volta, brevi esercizi di riflessione sulle attività svolte e di apertura verso il presente.

Docenti

Elisa Barbieri, personal storyteller e autrice, ha conseguito il titolo di consulente in scrittura autobiografica presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. Blog: www.00am.it/blog e giuliettakelly.tumblr.com

Maria Concetta Antonetti, già insegnante di lingua inglese negli istituti superiori, ha conseguito il titolo di consulente in scrittura autobiografica presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.

 

PIU' INFO SULLA RASSEGNA - CLICCA QUI

tags: autobiografia, laboratorio, Personal Storytelling, Duccio Demetrio, LUA, Gola Gola Festival
Sunday 01.29.17
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